Come comunità cristiana della Madonnina (S. Giovanni Lupatoto – VR) abbiamo consegnato la lettera di Maria Lopez Vigil – pubblicata sul n. 49-50 di Pretioperai (qui) – a Theo Klomberg, un prete olandese nostro amico, reduce da 20 anni di militanza nel Cile prima di Pinochet, e poi partecipe del processo rivoluzionario in Nicaragua.
È ancora fedele al suo impegno di accompagnamento e militanza con la base sandinista e popolare.
È ripartito da noi promettendoci una sua “reazione” alla lettera. Ci è arrivata questa sua riflessione che proponiamo come comunità ai lettori di “Pretioperai”.
Come Sandinista “per grazia di Dio”, assieme a tutti coloro che sono simpatizzanti della Rivoluzione Sandinista, conosco e riconosco le nostre debolezze ed errori. Però ora non dirò di questo.
Adesso non tento di analizzare e fare critiche da intellettuale al processo rivoluzionario nicaraguense e di altri paesi. È necessario farlo, ma senza soffermarsi alla sola critica. Voglio ora testimoniare quello che la Rivoluzione Popolare Sandinista ha significato e ancora può significare per il popolo del Nicaragua.
Molto è cambiato in bene. A prima vista ora non sembrerebbe: oggi sembra di rivivere nuovamente l’esistenza grigia e disumana del tempo di Somoza. Non è esattamente così perché oggi, a differenza di allora, da tutta questa desolazione filtra una piccola luce di speranza per il popolo.
Dagli immensi dolori del parto, nel 1979 qualcosa di nuovo è nato. Io l’ho vissuto, sentito e gustato assieme al Popolo del Nicaragua; e questa novità si è impressa nella vita del popolo nicaraguense e nella mia. Non è stato qualcosa che ha proceduto (si è srotolato) automaticamente da un’esistenza vecchia verso una nuova, no. Il processo è incominciato con una rottura; qualcosa di totalmente nuovo si è messo in cammino in Nicaragua; una Rivoluzione, una vera Rivoluzione Popolare, una vera Rivoluzione Originale.
Quando affermo che realmente la vita del popolo è cambiata in bene, non lo dico come uno che lo ha sentito dire, o lo ha letto, o lo ha vissuto come turista.
Con il trascorrere degli anni in America Latina, io sento e vivo la loro vita come uno di loro. Mi sento accolto nel loro movimento di liberazione.
Qualcosa del loro capire è entrato in me.
È da questo “capire”, da ciò che mi è stato permesso di sentire e gustare, che voglio tentare di descrivere sotto quali aspetti la vita è cambiata in bene, grazie alla Rivoluzione.
• Ci siamo rialzati
Prima eravamo curvi sotto il peso della dittatura. Ora camminiamo e ci mostriamo con le spalle diritte e la testa alta. Non crediamo più alla fatalità del destino e lo dimostriamo con il nostro orgoglio di popolo.
• Adesso abbiamo un volto e un nome
Prima la maggioranza del nostro popolo non sapeva né leggere né scrivere. Poi lo abbiamo imparato e noi scriviamo e leggiamo: “Io mi chiamo Juan Flores”, e improvvisamente ci riconosciamo un volto. Adesso siamo qualcuno, prima eravamo niente.
• Capiamo la nostra propria vita
Prima eravamo ciechi e non potevamo leggere la realtà; non vedevamo le vere cause della nostra miseria. Ora, soprattutto grazie alla Crociata Nazionale di Alfabetizzazione, i nostri occhi si aprono sempre di più (conosciamo sempre meglio). Adesso capiamo meglio la nostra situazione. Ora vediamo e capiamo perché noi, come molti altri popoli, siamo mantenuti poveri e ignoranti, senza lavoro e senza protezione sanitaria.
Abbiamo scoperto la nostra dignità, la nostra grandezza. Abbiamo incominciato a credere in noi stessi e nei poveri.
“Quando il povero crede nel povero, già possiamo cantare libertà” (dalla Mesa Salvadoregna). Finalmente siamo “persone”. Questa opportunità, questo diritto ci fu rubato per tanti anni.
• La nostra vita ha acquistato valore
Prima eravamo usati e poi buttati. La nostra vita non aveva, e neanche oggi ha, valore per coloro che ci governano capricciosamente. Ci disprezzavano dal più profondo del cuore. La Rivoluzione ha portato un cambio radicale. Un esempio: nel 1982, in occasione di una grande alluvione, ci furono pochi morti, grazie allo sforzo del primo governo rivoluzionario e alle organizzazioni popolari (di protezione civile). In Honduras, dove la catastrofe aveva colpito in maniera molto minore, ci furono molte vittime.
Prima tutto era deciso sulle nostre teste. Noi dovevamo solo eseguire. Talvolta ci facevano qualche elemosina per renderci ancora più schiavi.
Di nuovo oggi vogliono estrometterci dalle loro decisioni e non vogliono ascoltare; ma oggi siamo più coscienti, prendiamo la vita nelle nostre mani, siamo capaci di decidere autonomamente, di costruirci la vita.
• Si mostra la nostra forza
Prima ci hanno reso deboli e schiavi di ogni genere di vizi: adesso abbiamo riscoperto in noi il nostro vero essere e la nostra vera forza.
Come unico sollievo al nostro destino ci avevano offerto sistematicamente (specialmente ai giovani) i paradisi artificiali regalati dall’alcool, dalla prostituzione, dalla droga. Volevano così renderci passivi e docili. Tuttavia gli ideali nati e proposti dal piano di lotta del FSLN sono stati la molla che ha guidato i giovani e tutto il popolo alla ribellione, hanno dato la forza di rialzarsi una volta per sempre. La nostra dignità che era nascosta e schiacciata, è stata liberata una volta per sempre. Quello che ognuno e tutto il popolo ha vissuto, ha sperimentato, ha creato con la sua storia, non si perde mai. Quello che è addormentato ora può svegliarsi e farsi sentire da un momento all’altro.
Quale forza e dignità abbiamo dimostrato! Soprattutto i giovani hanno dato senso e gusto alla loro vita nella Crociata Nazionale di Alfabetizzazione, nei gruppi di Salute, nella Campagna dei tagli del caffè e del cotone, nella costruzione e nella difesa della Rivoluzione.
• Garantiti gli alimenti di base
Prima, fin da bambini, pativamo la fame. Durante la dittatura potevamo solo raccogliere poche briciole.
Con la Rivoluzione fu assicurato ad ogni famiglia nicaraguense un paniere di alimenti essenziali per la sopravvivenza. Mentre prima i contadini cucinavano solo con acqua, dopo hanno potuto usare l’olio. Dal popolo era organizzata la distribuzione degli alimenti, in modo tale che nessuno moriva di fame; neppure durante il periodo della guerra di aggressione.
• La salute del popolo ha cominciato ad essere assicurata
Prima la fame favoriva anche l’insorgere di malattie fin dall’infanzia. La Rivoluzione ha promosso l’attenzione alla salute. Attraverso vaste campagne preventive, molte malattie tropicali sono diminuite o sparite totalmente. Il popolo cominciava a partecipare sempre di più a queste campagne di educazione sanitaria per rinforzare la salute. Tutto era Educazione Popolare e Democrazia Popolare, come nella distribuzione dei cibi.
• Il popolo recupera la terra
Prima ci cacciavano dalla nostra terra; poi, con la Riforma Agraria, abbiamo recuperato la nostra buona terra.
• In Nicaragua siamo diventati “popolo”
Scacciati dalle loro terre, i contadini iniziavano a coltivare terreni in siti mai coltivati. Quando questi terreni, dopo anni di duro lavoro, cominciavano a dare frutto i latifondisti sequestravano le terre cacciando i contadini che fuggivano in zone ancora più impervie della montagna, senza vie di comunicazione, dove rimanevano isolati e dimenticati.
Con la Riforma Agraria i contadini vengono tolti dall’oblio una volta per sempre.
Nel 1980, 115 mila nicaraguensi, soprattutto giovani, si sono sparpagliati in ogni angolo del Nicaragua e, per cinque mesi, hanno alfabetizzato contadini e contadine. Seicentomila nicaraguensi non solo hanno imparato a leggere e a scrivere, ma hanno imparato a capire la realtà; hanno preso coscienza di appartenere al Popolo del Nicaragua. Era la prima volta che qualcuno si avvicinava a loro (ai loro bisogni).
Tanti di quei seicentomila diventarono loro stessi promotori del processo di alfabetizzazione:
I giovani che insegnavano erano a loro volta influenzati favorevolmente e imparavano da questo profondo scambio di esperienze vissute con il mondo contadino. Insieme sono diventati Popolo Attivo. Dopo venti anni oggi raccontano, con profonda emozione, ai loro figli che aver partecipato alla Campagna di Alfabetizzazione è stata una grande esperienza della loro vita; esperienza che li ha cambiati positivamente e per sempre.
• Comunità come valore umano
Prima eravamo isolati gli uni dagli altri; ci hanno fatto diventare individualisti. Era vietato organizzarci. Le organizzazioni venivano distrutte. In origine il nostro popolo dava valore alla vita comunitaria; poi i valori comunitari furono repressi e al loro posto si insinuarono idee meschine. Con la Rivoluzione gli antichi valori rifiorirono. Di nuovo ci riconoscevamo, ci riunificavamo, ci organizzavamo.
Nel lavoro volontario, nelle Cooperativa Agrarie, nelle tante Organizzazioni Popolari, il nostro spirito comunitario si è rinforzato, benché siamo ricaduti nell’onda individualista.
• Le donne: “prima eravamo niente, adesso possiamo avere un futuro”
Dice la donna nicaraguense: “come starei senza la Rivoluzione?”. La Rivoluzione Popolare Sandinista dà garanzia all’emancipazione della donna. C’è ancora molto da fare, ma il cammino è aperto. Come esposto sopra, incominciava a formarsi in noi l’Uomo Nuovo, la Società Nuova.
Il 17 luglio 1979 qualcuno pensava che era arrivato il suo turno di tendere la mano ed ottenere benefici. Poi è diventato chiaro quello che era cambiato: è stata aperta la vita, è stato fatto il possibile perché ogni persona si riappropriasse della sua dignità. Tutto questo però non senza sforzo personale, non senza lotta organizzata e comunitaria.
Ci siamo scoperti attori della nostra storia e del nostro futuro. Ora dipende da noi. Non siamo più consegnati al capriccio dell’imperialismo Centroamericano.
Theo Klomberg
(Istituto Historico Centroamericano)