rivista n° 56-57 – 2002

Forza e debolezza dell’ultimum

Questo numero è in gran parte costituito dai contributi dei partecipanti al nostro incontro di Viareggio tenuto nella primavera scorsa. La tematica è quella espressa dal titolo in copertina: “forza e debolezza dell’ ultimum nelle oppressioni della nostra storia”.
Abbiamo conservato l’espressione ultimum perché ci è sembrata la più appropriata per far emergere la differenza rispetto a tutte le altre parole che sono penultime, in qualche modo alla portata della nostra ragione e delle nostre articolazioni e manipolazioni linguistiche.
L’ ultimum non è l’ultimo della serie e neppure l’ultimo in ordine di tempo. L’ ultimum rappresenta la verità delle cose e della qualità delle decisioni assunte dai soggetti, esprime una interpellanza sistematica che incombe sulle opere e i giorni del vivere umano. La pretesa dell’ ultimum è quella di essere affermazione di giustizia compiuta che non concede l’ultima parola all’iniquità, nonostante tutta la sua forza distruttiva. L’ ultimum è quello che dichiara l’affidabilità della vita e la sua fondamentale bontà; è qualcosa che non si spegne mai, che risorge sempre a dispetto delle tragedie e dei lutti di cui è piena la storia. Non appartiene alle entità astratte, ma è concreto e veglia accanto al cuore di piccoli e grandi, come appello inevitabile: nessuno può sfuggire alla sua dichiarazione di responsabilità di fronte ai compiti che la vita assegna.
L’ ultimum attraversa come filigrana le pagine della Bibbia nelle quali il mondo e la storia degli umani sono sospesi tra perdizione e salvezza…
Abstract editoriale

Editoriale

2002 Viareggio: incontro dei PO italiani ed amici

Frammenti di vita

Ricordiamo Emilio Coslovi

Ci scrivono

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