Una lettera del fratello di Carlo


Caro don Luigi Sonnenfeld,
non ci siamo conosciuti, ma Carlo mi ha detto di fare riferimento a te per la rete dei preti-operai, cosa che faccio.
Carlo era nato a Genova il 17 /5/1945 e poi ,come famiglia ci siamo trasferiti a Napoli sempre per i diversi incarichi bancari del nostro papà che ha lavorato al Credito Italiano da semplice impiegato a dirigente di Sede.
Carlo è entrato in seminario a Vico Equense nel 1964 dopo il liceo classico Sannazzaro di Napoli ed è stato ordinato sacerdote, nella Compagnia di Gesù, nel 1975 da parte del Vescovo di Lucca monsignor Agresti.
Dopo i classici studi di filosofia e teologia (la prima proprio dove poi morrà all’Aloysianum di Gallarate dove trascorse  un filosofato molto sereno e poi a Roma in Gregoriana) venne la scelta operaia molto pensata in intense riflessioni evangeliche sull’onda del Concilio e la scelta dei poveri.
Dopo la generazione di don Sirio Politi, Carlo e diversi altri sacerdoti in Italia, diocesani o religiosi, fecero la scelta del lavoro manuale (qui poi vedi la bella lettera di addio di mio fratello che allego e che completa tanti temi).
In fabbrica, per più di dieci anni, fu attivista della FIM-CISL della “covata” dei giovani vicini a Pierre Carniti ed al sindacato industriale, a Ravenna, a Piombino (comunità di Follonica), in Sicilia a marina di Melilli (Siracusa) dove svolse molto attività parrocchiali-popolari.
Poi si impegnò molto, negli anni ottanta/novanta, nell’ équipe dei Gesuiti nel quartiere di Secondigliano a Napoli,
poi con gli extracomunitari a Roma e in intensi otto-dieci anni di missione in Madagascar e Sri-Lanka dalla sua base operativa di Palermo a cui rimase affezionatissimo.
Il male terribile lo scoperse in ritardo verso la primavera del 2012 e si operò nel luglio. L’ultimo anno è trascorso tra speranze e grandi timori, poi la fine dolorosa nel luglio e la morte la notte del giovedì 18 alle ore 23.
Termina così la vita di padre Carlo Sorbi, gesuita-operaio, come la parte migliore della sua generazione con scelte evangeliche, ecclesiali, per il bene comune.
Grazie Luigi per quello che puoi fare facendolo sapere un poco al “giro” legato alle sue scelte di vita.
Ti saluto e ti abbraccio.

Paolo Sorbi

(segue uno scritto di Carlo: “Mi considero una vocazione del concilio”)

 


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